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domenica 15 febbraio 2009

The Truman show... o forse no?







The Truman show
di Peter Weir
con Jim Carrey
anno 1998
durata 103' - colore










Grandissimo film, questo.
Quando in una pellicola ritrovi un'interpretazione perfetta, una sceneggiatura che fila liscia come l'olio e un'idea originale...
Stop, stop...
Pero' ora che ci penso questa idea di fondo di “The Truman show”, mi ricorda qualcosa...Bah, sara' la vecchiaia che avanza.
Come stavo dicendo, il film, grazie ad un grandioso Jim Carrey, riesce a calarti in una situazione che sembra reale, con i suoi continui riferimenti all'essere figli del network, cosa che accade alle generazioni attuali, le forme di controllo dall'alto, che in questi ultimi periodi salgono sempre di piu' alla ribalta, a quell'essere schiavi della televisione, che, ahime', ci allontana sempre di piu' dalla vita sociale. Insomma un film che sembra un telegiornale.
Per non parlare del soggetto! Ma quale mente geniale puo' aver pensato una cosa simile, il ricreare un set cinematografico intorno all'esistenza di un'unica persona. Sembra quasi uno dei memorabili scherzi di Orson Welles, che poi tanto scherzi non erano, ma erano quasi degli studi sociali per vedere le reazioni di fronte ad eventi estremi. Veramente stupefacente. Pero' ho sempre una vocina nel cervello...ma cosa sara'??
Fermi, fermi....
ECCO!!!
Finalmente mi è tornato in mente!
Philip K. Dick e il suo “Tempo fuor di sesto”!! Come ho fatto a non pensarci prima! Ecco cosa mi ricordava tutta la situazione vissuta dal povero Truman Burbank. Ma diamine, allora è un plagio! Infatti alla fine della pellicola, nei titoli di coda, il buon vecchio Philip non viene mai citato!
Beh,ma allora siamo tutti bravi a pensare con la testa degli altri. La cosa è piuttosto indisponente ad essere sinceri.
Niente da dire, non mi rimangio quello che ho detto all'inizio di questo pezzo, il film rimane una grandissima pellicola, ma francamente se ripropongo l'idea di un altro, me ne approprio e neanche cito l'ispiratore, vuol dire che sono in cattiva fede.
I punti comuni tra il libro e il film sono davvero tanti, sembra un'esatta riproposizione. Proprio esatta no, visto che alcuni elementi innovativi ben inseriti nella pellicola ci sono, ad esempio l'idea della pubblicita', che ho trovato veramente azzeccata, oppure quell'idea di scala verso il paradiso alla fine, che, pur portando alla lacrima facile come nella buona tradizione Hollywoodiana, è sembrata ben funzionale alla narrazione.
Pero' che addirittura sia stata chiamata una patologia “Sindrome di Truman”, cioe' il vivere costantemente come se si fosse in un reality show, è francamente troppo! Ma cosa ne penserebbe Dick? Non si sentirebbe un attimino preso in giro, visto che lui questa cosa l'ha pensata nel 1959, quindi ben 40 anni prima del film??
Il mio consiglio è di recuperare il libro, vedere la pellicola e farsi un'idea propria. Io la mia me la sono fatta, anche se continuo a sentire le vocine che mi parlano...

In sintesi: Gran film, ma furbescamente rapinato.

5 commenti:

Costanza 17 febbraio 2009 alle ore 12:15  

Direi che c'e' molto anche del libro George Orwell- 1984!!Consiglio caldamente di leggerlo..e' un libro fantastico!!

Shepp 17 febbraio 2009 alle ore 16:20  

1984 è il mio libro preferito di sempre! Diciamo che punti in comune tra la pellicola e il libro di Orwell ci sono, ma quello che li distingue nettamente è la considerazione della condizione umana. Se in 1984 il genere umano è spacciato e non è concessa alcuna via di fuga ad una situazione conosciuta ed accettata, al povero Truman (o per meglio dire a Ragle Gumm, il protagonista di Tempo fuor di sesto...) questa possibilita' viene offerta, essendoci una differenza di base nella sua condizione: il fatto che sia inconsapevole, seppur intuita. La differenza non è da poco, ma quando parlo nella recensione di controllo dall'alto, ogni riferimento a 1984 è puramente voluto!

Costanza 17 febbraio 2009 alle ore 18:18  

Eheheh e' davvero un gran bel libro!L'altro ammetto di non averlo letto, comunque si la differenza c'è ma Truman cerca una via di fuga anche se in realtà anche qui non sembra esserci, considera i vicini, le "comparse" che costituiscono la città loro accettano di vivere in un mondo organizzato.
Fantastico davvero fantastico!!

Shepp 17 febbraio 2009 alle ore 21:41  

Per via di fuga intendo l'uscita finale di scena dalla scala, quindi almeno quella gliel'hanno concessa!

Costanza 18 febbraio 2009 alle ore 11:03  

Si si certo..e Truman la cerca disperatamente gli viene concessa perchè ormai non c'e' altro da fare...:)

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