Per chi non ama fare il cinema ma guardarlo, per chi piange in sala e ride in salotto, per chi vorrebbe tanto capire Kubrick ma non ci riesce. Dall'idea di due ignoranti di cinema, privi di pregiudizi di genere, ironici e dinamici, affiancati da fidi collaboratori, un blog per tutti i gusti di ogni cinefilo medio di questa terra.
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domenica 22 marzo 2009

The wrestler - Darren Aronofsky

Randy "The Ram" Robinson è una vecchia gloria del wrestling che a vent'anni dalla sua più grande impresa sul ring, si ritrova in miseria, con un impiego in un grande magazzino che non gli consente di pagare l'affitto, una figlia a cui non ha mai fatto da padre e un rimpianto nostalgico per il suo passato sportivo che continua a inseguirlo nei weekend, quando si esibisce nelle palestre dei licei. Dopo un incontro crolla a terra negli spogliatoi. Si risveglia in ospedale con una cicatrice sul petto e un dottore che gli dice quello che mai avrebbe voluto ascoltare: lasciare il wrestling. Una necessità dolorosa diventa l'occasione per provare a ricostruire una vita diversa. Ma essere quello che non si è mai stati è impossibile. Il rumore del fallimento e della solitudine è assordante, il Randy uomo comune sente il richiamo della folla, quelle urla indistinte che lo hanno sospinto in ogni mossa della sua esistenza, lo portano ad essere l'ariete. Ancora una volta ma forse l'ultima.

E' la storia di un campione sul ring che non sa vincere nemmeno un incontro della vita. Incapace di comunicare e di amare, gli resta un corpo che si porta dietro il peso del tempo e le cicatrici di ogni combattimento, ma dentro resta inevitabilmente vuoto. Vorrebbe che gli altri non la vedessero questa mancanza: per un numero indefinito di scene l'attore resta di spalle e la camera cerca di seguirlo, rispettando sempre la minima distanza dalla soglia del dolore di un uomo che ha fallito.
Micky Rourke tira fuori il coniglio dal cilindro, una rivincita dedicata a chi lo vedeva finito e ormai spacciato. Ha accettato il ruolo che gli ha permesso semplicemente di raccontare la sua storia, di farla conoscere a tutti noi senza alcun filtro. Ed è per questo che nei panni di Randy The Ram ci sta da Dio. La naturalezza e la profondità della sua recitazione bucano lo schermo, facendo dimenticare i suoi eccessi, la sua voglia matta di lasciare il cinema per diventare un pugile alla soglia dei quarant'anni, gli arresti. Dice che "la boxe è stata la cosa più bella che abbia mai fatto perchè combattere, pestarsi e sopravvivere sul ring è la vita, concentrata in un quadrato". Vedi attraverso gli occhi di Randy e vai dritto in quelli di Mickey.
Il pregio più grande è l'aver raccontato una storia che ha un milione di motivi per essere veramente drammatica, senza mai cadere nell'eccesso, senza cercare la lacrima facile là dove ci starebbe. Ogni elemento del film è completamente reale, nemmeno per un attimo si ha l'impressione che ci sia la finzione dietro quello schermo, merito della quasi totale riscrittura dei dialoghi da parte dello stesso Mickey Rourke e dalle scene dei combattimenti girati nella pause di reali incontri di wrestling con una folla di veri appassionati. Il finale lascia sospesi, proprio come The Ram nell'ultima sequenza, sospeso in volo verso il suo avversario, ma soprattutto verso l'unica cosa che lo fa sentire se stesso. Un secondo e il nero pervade lo schermo. Le note del Boss Springsteen, Golden Globe per la migliore canzone originale, accompagnano i titoli di coda e un brivido resta sospeso.
Un Leone d'oro a Venezia meritato, ma anche un Oscar al combattente Rourke non sarebbe stato male. Da vedere e soprattuto rivedere.

Curiosità:
- Quando Randy entra sul ring viene usata la canzone dei Guns'n' Roses, Sweet Child Of Mine, concessione che il regista ha fatto a Mickey Rourke che, durante la propria carriera di boxeur, entrava sul ring proprio accompagnato da questo pezzo.
- Originariamente il ruolo era stato scritto per Nicolas Cage che abbandonò il progetto dopo poco.
- La promozione del film è iniziata proprio durante gli incontri di wrestling per poi seguire i canali classici della promozione cinematografica.

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