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lunedì 2 febbraio 2009

Eternal Sunshine of the Spotless Mind - Michael Grondy

Se dovessi trovare un solo aggettivo per “The Eternal Sunshine of the Spotless Mind” direi… profondo. E con profondo mi riferisco alla profondità della mente, alla dicotomia coscienza-subconscio, al concetto di destino, all’idea dell’amore. Tutto racchiuso in una pellicola.

Il film è uscito nelle sale nel 2004, diretto da Michael Grondy, con la sceneggiatura (vincitrice dell’Oscar 2005) di Charlie Kaufman, viaggiatore poetico della mente umana, come già in passato in “Essere John Malkovich” e “Confessioni di una mente pericolosa” e interpretato da Jim Carrey e Kate Winslet.

Joel e Clementine sono due innamorati che, dopo due anni di relazione, affrontano una inevitabile crisi che li porta a separarsi. Clementine scopre una clinica privata, la Lacuna Inc., che è in grado di cancellare i ricordi dalla mente di una persona; così decide di eliminare Joel e la loro storia dai suoi ricordi. Quando il ragazzo ne viene a conoscenza, decide di sottoporsi allo stesso trattamento. Ma qualcosa va storto…

Il film inizia con una prolessi: l'inizio riguarda ciò che è successo dopo la procedura eseguita su Joel, e solo dopo alcuni minuti si ha un'ellissi che torna indietro al giorno dopo la cancellazione dei ricordi di Clementine. E così inizia un viaggio a ritroso nei ricordi d’amore di Joel, dal più recente al più lontano, dalle liti e le offese al giorno del primo sguardo. Un treno di immagini, frammentate, veloci, inesorabili (sostenute da un montaggio splendido) in cui il protagonista prende coscienza di cosa vuol dire perdere dei pezzi della propria memoria, e allora cerca una disperata corsa contro il tempo, dove gli uomini cattivi della Lacuna Inc. vogliono portargli via la sua Clementine mentre lui cerca di rifugiarsi con la ragazza nei ricordi più indelebili e nascosti, quelli dell’infanzia o dell’adolescenza. Joel tenta la sua eroica resistenza, ma i ricordi scivolano via. Uno ad uno. Fino all’ultimo, quando i due si trovano a Montauk, ad una festa in spiaggia di amici in comune durante la quale si sono conosciuti. La scena è indescrivibile: la casa in cui si trovano e si nascondono prima che il processo di cancellazione sia terminato del tutto, viene invasa dall’acqua, dal mare. E la sensazione è quella dei ricordi che scivolano via, della distruzione di quello che si è vissuto, il rumore delle onde accompagna la loro fine in un sentimento di totale devastazione. Ma si diranno davvero addio?

Questo capolavoro, che non ha goduto di grande successo in Italia, colpa di una orribile e indecorosa traduzione del titolo in “Se mi lasci ti cancello” come se si trattasse della solita commedia americana, va ricordato anche per la prova dei suoi attori. Kate Winslet si conferma una delle migliori attrici di Hollywood, la sua Clementine è intensa, eccentrica, vera in una sola parola. Jim Carrey è un uomo fragile, introverso, angosciato; vista la sua interpretazione mi chiedo perché il cinema che conta, troppo spesso si dimentichi di lui e delle sue interpretazioni drammatiche.

Probabilmente in alcuni momenti il film appare macchinoso e contorto, ma la sceneggiatura e la fotografia sono da applausi. Questo viaggio d’amore dei protagonisti all’interno di un viaggio ben più grande nell’animo umano, emoziona, semplicemente. Emoziona tantissimo. Una storia d'amore, una storia dell'amor perduto che vuole essere ritrovato. Assolutamente imperdibile.


How happy is the blameless vestal's lot!
The world forgetting, by the world forgot.
Eternal sunshine of the spotless mind!
Each pray'r accepted, and each wish resign'd.

Com'è felice il destino dell'incolpevole vestale!
Dimentica del mondo, dal mondo dimenticata.
Infinita letizia della mente candida!
Accettata ogni preghiera e rinunciato a ogni desiderio.


Eloisa to Abelard - Alexander Pope (1717)

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