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lunedì 2 febbraio 2009

Boris - La fuori serie Italiana

"Boris - La Fuori Serie Italiana” è una serie televisiva tutta made in Italy che, forse per la prima volta, non fa rimpiangere le situation comedy americane. Giunta già alla seconda stagione (la terza è in arrivo), prodotta da Wilder per Fox Italia e trasmessa nel 2007 dal canale satellitare Fox, questa sit-com è una satira, schietta e sincera, delle ipocrisie del mondo delle fiction nostrane.


La storia è ambientata sul set de “Gli Occhi del Cuore 2”, un soap-opera che ricalca completamente, esasperandoli in un clima quasi surreale, gli intrecci di una serie come Incantesimo. Il nome, Boris (inteso come Boris Becker) , è quello del pesce rosso che il regista porta sul set tutti i giorni come portafortuna (anche tutti i pesci precedenti avevano nomi di tennisti famosi).

Nonostante sia difficile individuare un vero e proprio protagonista nell’intreccio, la maggior parte delle puntate ruotano attorno alle vicende di Alessandro (Alessandro Tiberi), uno stagista, malpagato e maltrattato, che arriva sul set con il sogno di diventare, un giorno, regista. Qui conosce tutta la bizzarra troupe, a partire dal regista Renè Ferretti (lo straordinario Francesco Pannofino), il divo Stanis (Pietro Sermonti), la star Corinna (Carolina Crescentini), l’aiuto regista Arianna (un’ottima Caterina Guzzanti), il direttore della fotografia Duccio (Ninni Bruschetta) e, a partire dalla seconda stagione, un insuperabile Corrado Guzzanti nel ruolo del cattivo della serie che si sta girando. Sul set e nei lunghi giorni di riprese, si alternano amori, amicizie, liti e a volte anche licenziamenti, il tutto sempre dipinto con grande ironia e leggerezza.

I personaggi e le vicende sono costruiti in modo tale da attaccare tutti gli aspetti più chiacchierati delle produzioni italiane: il divo Stanis, emblema dell’attore mediocre, ma con una grande autostima che critica la recitazione all’italiana, causa, secondo lui, di tutti i mali della nostra tv di scarsa qualità; la scelta di Pietro Sermonti di girare questa sit-com, dopo aver interpretato “Un medico in famiglia”, prendendo così in giro se stesso e quanto fatto finora non ha bisogno di commenti. Il direttore della fotografia Duccio, cocainomane e scansafatiche, che non fa altro che scegliere una luce sovraesposta (ed è così che accade nelle nostre fiction con quell’alone chiaro e quasi angelico che attornia i protagonisti, avete presente?), dando la colpa alla rete che esige una fotografia peggiore di quella della pubblicità altrimenti la gente cambia canale. Il regista Ferretti che sa di girare scene totalmente inguardabili, per le quali spesso si scusa con la troupe, ma che porta a casa per non avere problemi con la rete. Un altro tema di satira chiaro e preciso è la protezione politica necessaria per tutti gli attori e i membri della troupe per poter continuare a lavorare; così come quello della guerra dello share e la possibile sospensione della serie per scarsi ascolti, fine che spesso vediamo per le fiction reali. E ancora, alcuni protagonisti che da personaggi osannati vengono coinvolti in scandali a luci rosse (Lapo Elkann o Paolo Calissano vi dicono niente?), per la serie dalle stelle alle stalle.

Insomma, gli ingredienti ci sono tutti. Una parodia, a tratti esilarante e qualche volta un po’ troppo forzata, del mondo delle fiction, da sembrare così vicina alla realtà che durante le riprese, le due troupe, quella vera e quella fittizia, si mescolano senza che lo spettatore se ne accorga. Noi italiani non siamo capaci di produrre sit-com che raggiungano i livelli di quelle americane? Allora prendiamoci in giro! Questa l’idea di base, che risulta vincente e a dir poco geniale. Provare per credere!


Nel frattempo vi lascio la sigla di apertura di Elio e Le Storie Tese che ha ispirato un brano in quattro parti, "Effetto Memoria", incluso nel loro album "Studentessi".





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