Per chi non ama fare il cinema ma guardarlo, per chi piange in sala e ride in salotto, per chi vorrebbe tanto capire Kubrick ma non ci riesce. Dall'idea di due ignoranti di cinema, privi di pregiudizi di genere, ironici e dinamici, affiancati da fidi collaboratori, un blog per tutti i gusti di ogni cinefilo medio di questa terra.
Benvenuti.

giovedì 26 febbraio 2009

Oscar 2009 - Tutti i vincitori

Come non mai quest'anno la notte degli Oscar e' stata un gran successo, presentata magistralmente da Hugh Jackman, come viene dimostrato dal video gia' postato (The musical is back).
La cerimonia comincia alle ore 02:40 con Jackman canterino che parte subito con un numero musicale, sul cui sfondo appaiono riferimenti ai film che hanno ottenuto maggiori nomination. Numero davvero carino con Anne Hathaway che si presta.



Il palco del Kodak Theatre ospita, oltre ai vincitori, artisti come Whoopy Goldberg e Tilda Swinton, che insieme premiano la migliore attrice non protagonista, seguite da uno strepitoso duo comico composto da Steve Martin e Tina Fey, subito dopo Jennifer Anniston e Jack Black per il miglior film d'animazione, altro momento comico con Ben Stiller che imita Joaquin Phoenix, a conferma che anche a Hollywood si crede che l'attore stia solo fingendo il ritiro per dedicarsi alla musica.
Jackman da mostra nuovamente delle sue doti artistiche con un medley dei più bei musical insieme alla splendida Beyoncé Knowles,Vanessa Hudgens, Zac Efron,Amanda Seyfield e Dominic Cooper. Il numero, è bene farlo presente, è stato coreografato dal regista Baz Luhrman!!
Il momento più toccante della serata, è stato, senza ombra di dubbio, la consegna del premio postumo ai familiari dell’attore Heath Ledger, come attore non protagonista per la sua magnifica interpretazione in The Dark Knight.
Una notte lunghissima tenuta in piedi da un'energico Jackman aiutato da grandissimi artisti, un'emozionante serata che e' trascorsa piacevolmente.
Poche sorprese per quanto riguarda le vincite, una grande notte per il produttore, il regista e gli attori di The Millionaire che ha sbancato, portandosi a casa ben 8 statuette, seguito da Il curioso caso di Benjamin Button con soli 3 oscar.

Ma ecco l'elenco completo dei vincitori:

MIGLIOR FILM 'The Millionaire'
MIGLIOR REGIA Danny Boyle per 'The Millionaire'
MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA Sean Penn per 'Milk'
MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA Kate Winslet per 'The reader'
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA Heath Ledger per 'Il Cavaliere oscuro'
MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA Peneloper Cruz per 'Vicky Cristina Barcelona'
MIGLIOR FILM STRANIERO 'Departures' di Yojiro Takita
MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE 'Wall-e' di Andrew Stanton
MIGLIOR FOTOGRAFIA Anthony Dod Mantle per 'The Millionaire'
MIGLIOR SCENOGRAFIA Donald Graham Burt e Victor J. Zolfo per 'Il curioso caso di Benjamin Button'
MIGLIORI COSTUMI Michael O'Connor per 'La duchessa'
MIGLIOR DOCUMENTARIO 'Man on wire' di James Marsh
MIGLIOR DOCUMENTARIO CORTO 'Smile Pinkie' di Megan Mylan
MIGLIOR MONTAGGIO Chris Dickens per 'The Millionaire'
MIGLIOR TRUCCO Greg Cannom per 'Il curioso caso di Benjamin Button'
MIGLIOR COLONNA SONORA A.R. Rahman per 'The Millionaire'
MIGLIOR CANZONE ORIGINALE "Jai Ho" di A.R. Rahman e Sampooran Singh Gulzar per 'The Millionaire'
MIGLIOR CORTO ANIMATO 'La maison en petits cubes' di Kunio Kato
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO Spielzeugland (Toyland)' di Jochen Alexander Freydank
MIGLIOR MONTAGGIO DEL SUONO Richard King per 'Il Cavaliere oscuro'
MIGLIOR MISSAGGIO DEL SUONO Ian Tapp, Richard Pryke e Resul Pookutty per 'The Millionaire'
MIGLIOR EFFETTI SPECIALI Eric Barba, Steve Preeg, Burt Dalton e Craig Barron per 'Il curioso caso di Benjamin Button'
MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE Simon Beaufoy per 'The Millionaire'
MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE Dustin Lance Black per 'Milk'

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martedì 24 febbraio 2009

Oscar 2009 - The Musical is back

Un omaggio ai più grandi musical, ai più famosi, ai più meritevoli, ai più indimenticabili... interpreti pazzeschi per un medley delle canzoni che hanno fatto la storia di questo genere teatrale e cinematografico.

Un Jackman e una Beyoncè... incommentabili!... sarò di parte, ma non gli si può dire proprio niente a 'sti due!


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lunedì 23 febbraio 2009

Alta Fedeltà - Stephen Frears

Quando si fa un confronto tra un libro e la sua trasposizione cinematografica, di solito, è sempre il primo che ne esce vincitore. Specialmente se quel libro lo abbiamo amato tra le righe, vederlo rappresentato sullo schermo è una delusione.

"Alta fedeltà" conferma questa tesi. Il film, diretto da Stephen Frears nell'anno 2000, con una sceneggiatura scritta a quattro mani (tra cui anche quelle dell'attore protagonista John Cusack), è tratto dall'omonimo romanzo di Nick Hornby.


Nick Hornby è uno dei miei preferiti, devo ammetterlo e questo gioca, inevitabilmente, a favore del libro. Nessuno come lui sa dipingere la contemporaneità con ironia, leggerezza e verità. Soprattutto lo trovo insuperabile nella descrizione di generazioni complesse, come quelle dei trentenni Peter Pan negli anni '90 di "Alta fedeltà" o quelle a noi più vicine di "Non buttiamoci giù". I suoi personaggi sono tutti figli della post-modernità e chi, come me, ha anche solo un'infarinatura di sociologia, capisce a cosa mi riferisco. I suoi ritratti psicologici dei personaggi sono dei piccoli saggi scanzonati di sociologia. Proprio come Rob Gordon, il nostro protagonista, proprietario di un negozio di dischi in crisi mistica dopo l'abbandono della fidanzata Laura, che proprio a partire dalla separazione, riflette su se stesso, sul suo passato sentimentale e oltre, fino ad arrivare a maturare. Rob è un Peter Pan spaventato e fragile, che non si mette in gioco fino in fondo in quello che fa, che scopre di non aver fatto mai sul serio con la sua donna perchè ha paura della morte, che non vuole prendersi responsabilità verso gli altri e verso se stesso. In poche parole non vuole saperne di crescere. Preferisce rifugiarsi nella musica, nella sua collezione di dischi, nel suo negozio, il Championship Vinyl. Non c'è mai stato libro con tante citazioni sulla musica pop e rock. La musica diventa una sorta di controfigura del protagonista. L'elemento davvero geniale nel libro sono le "top five"; il protagonista e i due commessi del suo negozio passano le giornate a fare classifiche su ogni cosa: i migliori lati A dei 45giri, le migliori separazioni amorose, le migliori canzoni con il tema della morte, solo per citarne alcune. Nel libro sembrano infinite, un vero spasso.


Ma mettiamoci comodi e passiamo al film. John Cusack è perfetto nella parte; mentre leggevo, avevo proprio la sua immagine in testa. L'idea di guardare direttamente in camera, per renderci partecipi dei suoi pensieri e dei suoi ricordi è d'effetto, anche se, dopo venti minuti, comincia a stancare. Naturalmente una delle cose più belle, leggendo il libro, è la possibilità di addentrarci completamente nel flusso di coscienza del protagonista. Di trovarne tutte le sfumature. Nel film è impossibile farlo. E questo vuol dire perdere l'ironia costante dei personaggi, sembra che sia lì solo accennata, ma che non riesca ad esplodere. Non parliamo poi del cambio di ambientazione; come si può passare dalla Londra del libro alla Chicago del film? Anche musicalmente parlando è una follia; due culture musicali che non hanno niente in comune in un soggetto dove la musica è una colonna portante. Inoltre, la scelta delle protagoniste femminili è una delusione, anche fisicamente i personaggi sono molto diversi da quelli del libro. Un applauso invece alla scelta di Barry e Dick, i due commessi-amici, e alla loro interpretazione (soprattutto Jack Black è strepitoso). Per finire mi sono chiesta: ma la regia dov'è finita?
In conclusione, il libro lo adori, il film ti sembra poca cosa. Uno merita di essere letto e anche riletto più volte, l'altro invece andrebbe visto una volta sola, anzi mezza.

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Sanremo '09

Se è vero che Bonolis è il Re Mida delle tv italiana, in perenne migrare da un palinsesto all'altro è altrettanto vero che la polemica ormai è protagonista della nostra televisione.
La 59° edizione del festival Sanremo è stata bella, c'è poco da dire, curata in ogni minimo dettaglio e presentata in maniera impeccabile con uno dei palchi più belli mai visti. Da una testa come quella di Paolo Bonolis non ci si poteva aspettare altro, sempre in bilico tra personaggio populista e promotore di cultura e buon gusto è stato meritevole del successo ottenuto.

Tuttavia le polemiche si sono sprecate, dal cachet del conduttore, alla canzone della Zanicchi (vecchia di 15 anni, già proposta da Fiordaliso a suo tempo ma bocciata ai provini), dalla canzone di Povia (a proposito, ma perché un etero può scoprirsi gay e un omosessuale non può diventare etero?) alla vittoria giustificatamente sospetta del reduce da Amici, Marco Carta.
Quel che è sicuro è che i momenti di grande tv non sono mancati, momenti eleganti, in cui l'arte, la musica e la comicità hanno trionfato e per fortuna non solo grazie ad ospitate fine a se stesse con la star internazionale di turno che viene a farci un piacere concedendo la sua presenza. Personaggi importanti sul palco, che hanno avuto il loro perché nel corso delle serate... Bacharac, Ezralow, Benigni, Spacey, Allevi, molti altri e la tanto attesa Maria De Filippi.... ecco magari sul suo perché qualche dubbio è giustificato!
Che il Festival sia sulla strada giusta per rinascere dalle sue ceneri?... considerando che per la 60° edizione si fa nuovamente il nome di Baudo, direi di proprio di no.
Unico scivolone, Bonolis che dice a Lelio Luttazzi "sono tempi grami per i conduttori!..." con il suo bel milioncino di euro nella tasca dello smoking.

Voto: 8
Rivelazione: Arisa
Indispensabile: Laurenti
Delusione: la vittoria di Carta

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Battle for Terra - Trailer

Film fantascientifico di animazione digitale prodotto dalla LionsGate in arrivo in Italia intorno al prossimo autunno.

Diretto da Aristomenis Tsirbas, e con Evan Rachel Wood, Justin Long, Dennis Quaid, Amanda Peet, Chris Evans, Chad Allen, Rosanna Arquette e Ron Perlman a dare voce ai personaggi principali.
La storia racconta di un pianeta di nome Terra... stesso nome sì, ma pianeta e abitanti molto diversi, la cui esistenza si basa sulla pace e la tolleranza. La loro vita e il loro pianeta verranno stravolto dall'arrivo dei Terrestri che avendo esaurito ogni risorsa sul pianeta nativo decidono di colonizzare Terra e renderlo adatto alla vita umana.

Il film si ripropone di entrare in concorrenze con le grandi major del settore d'animazione come Pixar e Dreamworks, scenografie spettacolari, battaglie in stile Star Wars e un insegnamento profondo alla base della storia... nell'attesa gustiamoci il trailer.



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sabato 21 febbraio 2009

Angeli e Demoni - Trailer italiano

Angeli e Demoni si ispira ad un famoso thriller dello scrittore Dan Brown ed è il prequel del film di successo basato sul ROMANZO di Dan Brown, Il codice Da Vinci, anch'esso diretto da Ron Howard.
Come fu per la prima anche questa seconda trasposizione cinematografica di un romanzo di Brown è attesissima e già ci si aspettano numerose polemiche legate al lancio promozionale del film.
La sceneggiatura del film è la più pagata della Storia del Cinema: 4 milioni di dollari.

CAST:
  • Tom Hanks: Robert Langdon
  • Ayelet Zurer: Vittoria Vetra
  • Ewan McGregor: Camerlengo Carlo Ventresca
  • Stellan Skarsgård: Richter
  • David Pasquesi: Vincenzi
  • Pierfrancesco Favino: Comandante Olivetti





Uscita 15 maggio 2009

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giovedì 19 febbraio 2009

Vedere la notte degli Oscar


Se vi stavate chiedendo come vedere la notte degli Oscar, eccovi la risposta:
Se avete Sky c'e' la possibilità di assistere all'evento su SKY Cinema 1 can 301, a partire dalle 23,45 (ora italiana) in diretta e alle 02,30, sullo stesso canale, avrà inizio la cerimonia di premiazione.
Questo il programma in dettaglio della serata Sky:

Studio: 23.45-24.00
Diretta Oscar (Arrivals): 24.00 - 2.00
Diretta Oscar (Pre-show): 2.00 - 2.30
Diretta Oscar (Full ceremony): 2.30 - 6.00

Il giorno dopo, 23 Febbraio, su Cinema Hits canale 306 alle 21,15 verrà trasmesso "Il meglio della Notte degli Oscar".
Oppure si può vedere tramite internet in streaming cliccando semplicemente qui, c'è semplicemente da scaricare un programma, ma è tutto assolutamente gratuito, l'evento avrà sempre inizio alle 23.45.

Sarà una lunga notte, ma chi se la può perdere?!

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martedì 17 febbraio 2009

La Vendetta del Caduto - trailer italiano

Il secondo capitolo della saga ispirata dalla famosa collezione di giocattoli Hasbro, anche questo come il capitolo precedente è diretto da Michael Bay e con Steven Spielberg come produttore esecutivo. (e sapete cosa significa avere Spielberg come produttore esecutivo?... un prodotto tecnicamente perfetto!!)

Il regista e la produzione hanno promesso di impegnarsi a diffondere, durante la produzione, più informazioni false possibili così da depistare i fan e mantenere intatta la suspense.





Uscita 26 GIUGNO 2009

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domenica 15 febbraio 2009

The Truman show... o forse no?







The Truman show
di Peter Weir
con Jim Carrey
anno 1998
durata 103' - colore










Grandissimo film, questo.
Quando in una pellicola ritrovi un'interpretazione perfetta, una sceneggiatura che fila liscia come l'olio e un'idea originale...
Stop, stop...
Pero' ora che ci penso questa idea di fondo di “The Truman show”, mi ricorda qualcosa...Bah, sara' la vecchiaia che avanza.
Come stavo dicendo, il film, grazie ad un grandioso Jim Carrey, riesce a calarti in una situazione che sembra reale, con i suoi continui riferimenti all'essere figli del network, cosa che accade alle generazioni attuali, le forme di controllo dall'alto, che in questi ultimi periodi salgono sempre di piu' alla ribalta, a quell'essere schiavi della televisione, che, ahime', ci allontana sempre di piu' dalla vita sociale. Insomma un film che sembra un telegiornale.
Per non parlare del soggetto! Ma quale mente geniale puo' aver pensato una cosa simile, il ricreare un set cinematografico intorno all'esistenza di un'unica persona. Sembra quasi uno dei memorabili scherzi di Orson Welles, che poi tanto scherzi non erano, ma erano quasi degli studi sociali per vedere le reazioni di fronte ad eventi estremi. Veramente stupefacente. Pero' ho sempre una vocina nel cervello...ma cosa sara'??
Fermi, fermi....
ECCO!!!
Finalmente mi è tornato in mente!
Philip K. Dick e il suo “Tempo fuor di sesto”!! Come ho fatto a non pensarci prima! Ecco cosa mi ricordava tutta la situazione vissuta dal povero Truman Burbank. Ma diamine, allora è un plagio! Infatti alla fine della pellicola, nei titoli di coda, il buon vecchio Philip non viene mai citato!
Beh,ma allora siamo tutti bravi a pensare con la testa degli altri. La cosa è piuttosto indisponente ad essere sinceri.
Niente da dire, non mi rimangio quello che ho detto all'inizio di questo pezzo, il film rimane una grandissima pellicola, ma francamente se ripropongo l'idea di un altro, me ne approprio e neanche cito l'ispiratore, vuol dire che sono in cattiva fede.
I punti comuni tra il libro e il film sono davvero tanti, sembra un'esatta riproposizione. Proprio esatta no, visto che alcuni elementi innovativi ben inseriti nella pellicola ci sono, ad esempio l'idea della pubblicita', che ho trovato veramente azzeccata, oppure quell'idea di scala verso il paradiso alla fine, che, pur portando alla lacrima facile come nella buona tradizione Hollywoodiana, è sembrata ben funzionale alla narrazione.
Pero' che addirittura sia stata chiamata una patologia “Sindrome di Truman”, cioe' il vivere costantemente come se si fosse in un reality show, è francamente troppo! Ma cosa ne penserebbe Dick? Non si sentirebbe un attimino preso in giro, visto che lui questa cosa l'ha pensata nel 1959, quindi ben 40 anni prima del film??
Il mio consiglio è di recuperare il libro, vedere la pellicola e farsi un'idea propria. Io la mia me la sono fatta, anche se continuo a sentire le vocine che mi parlano...

In sintesi: Gran film, ma furbescamente rapinato.

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venerdì 13 febbraio 2009

Academy Awards 2009

Ormai ci siamo, il conto alla rovescia sta per scadere, le poltrone rosse sono state spolverate, le ultime statuette lucidate, tutto sembra essere davvero pronto per assistere il 22 Febbraio all'attesissima notte degli Oscar, giunti, ormai, all' 81esima edizione.
La serata si terrà al Kodak Theatre di Los Angeles, teatro che dal 2002 ospita la cerimonia. Stesso posto ma non stesso genere di presentatore!
La notte degli Oscar e' stata prensentata,infatti, in passato da personaggi comici, irriverenti e ironici, presenze che smorzavano la serieta' dell'evento, una scelta studiata dai produttori degli Academy Awards, Laurence Mark e Bill Condon, ricordiamo attori del calibro di Billy Crystal, Steve Martin e una donna come Ellen DeGeneres.
Quest' anno, invece, sara' l'uomo piu' sexy del mondo, come l'ha definito il magazine People, a fare da "padrone di casa", un attore eccellente, garbato, dal fascino di altri tempi, amato dalle fan e non solo, con alle spalle una partecipazione a film di ogni genere, dalla commedia romantica a film piu' impegnati, con una pausa da supereroe nella trilogia degli X-Man, si tratta di Hugh Jackman."Ha stile ed è anche un entertainer affermato, oltre che una star conosciuta a livello internazionale" queste le parole dei produttori a riguardo della star di Australia ultimo colossal di Baz Lhurmann che ha voluto proprio Jackman accanto a Nicole Kidman.
Ma si sa, i protagonisti il 22 Febbraio saranno coloro che porterranno a casa le statuette, il miglior film, la migliore regia, il milior attore e via dicendo..

Ecco le nomitation per categoria :


MIGLIOR FILM

Brian Grazer, Ron Howard e Eric Fellner per Frost/Nixon - Il duello
Kathleen Kennedy, Frank Marshall e Ceán Chaffin per Il curioso caso di Benjamin Button
Dan Jinks e Bruce Cohen per Milk
Christian Colson per The Millionaire
Harvey Weinstein per The Reader

MIGLIOR REGIA

Ron Howard per Frost/Nixon - Il duello
David Fincher per Il curioso caso di Benjamin Button
Gus Van Sant per Milk
Danny Boyle per The Millionaire
Stephen Daldry per The Reader

MIGLIORE ATTORE PROTAGONISTA

Frank Langella per Frost/Nixon - Il duello
Brad Pitt per Il curioso caso di Benjamin Button
Richard Jenkins per L'ospite inatteso
Sean Penn per Milk
Mickey Rourke per The Wrestler

MIGLIORE ATTRICE PROTAGONISTA

Angelina Jolie per Changeling
Melissa Leo per Frozen River
Meryl Streep per Il dubbio
Anne Hathaway per Rachel sta per sposarsi
Kate Winslet per The Reader

MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA

Heath Ledger per Il cavaliere oscuro
Philip Seymour Hoffman per Il dubbio
Josh Brolin per Milk
Michael Shannon per Revolutionary Road
Robert Downey Jr. per Tropic Thunder

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA

Taraji P. Henson per Il curioso caso di Benjamin Button
Amy Adams per Il dubbio
Viola Davis per Il dubbio
Marisa Tomei per The Wrestler
Penelope Cruz per Vicky Cristina Barcelona

MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE

Courtney Hunt per Frozen River
Martin McDonagh per In Bruges - La coscienza dell'assassino
Mike Leigh per La felicità porta fortuna - Happy Go-Lucky
Dustin Lance Black per Milk
Andrew Stanton, Pete Docter e Jim Reardon per WALL·E

MIGLIORE SCENEGGIATURA NON ORIGINALE

Peter Morgan per Frost/Nixon - Il duello
Eric Roth e Robin Swicord per Il curioso caso di Benjamin Button
John Patrick Shanley per Il dubbio
Simon Beaufoy per The Millionaire
David Hare per The Reader

MIGLIOR FOTOGRAFIA

Tom Stern per Changeling
Wally Pfister per Il cavaliere oscuro
Claudio Miranda per Il curioso caso di Benjamin Button
Anthony Dod Mantle per The Millionaire
Chris Menges e Roger Deakins per The Reader

MIGLIOR MONTAGGIO

Mike Hill e Daniel P. Hanley per Frost/Nixon - Il duello
Lee Smith per Il cavaliere oscuro
Kirk Baxter e Angus Wall per Il curioso caso di Benjamin Button
Elliot Graham per Milk
Chris Dickens per The Millionaire

MIGLIOR SCENOGRAFIA

James J. Murakami e Gary Fettis per Changeling
Nathan Crowley e Peter Lando per Il cavaliere oscuro
Donald Graham Burt e Victor J. Zolfo per Il curioso caso di Benjamin Button
Michael Carlin e Rebecca Alleway per La duchessa
Kristi Zea e Debra Schutt per Revolutionary Road

MIGLIORI COSTUMI

Catherine Martin per Australia
Jacqueline West per Il curioso caso di Benjamin Button
Michael O'Connor per La duchessa
Danny Glicker per Milk
Albert Wolsky per Revolutionary Road

MIGLIOR COLONNA SONORA ORIGINALE

James Newton Howard per Defiance - I giorni del coraggio
Alexandre Desplat per Il curioso caso di Benjamin Button
Danny Elfman per Milk
A.R. Rahman per The Millionaire
Thomas Newman per WALL·E

MIGLIOR CANZONE ORIGINALE

A.R. Rahman e Gulzar per The Millionaire
( "Per la canzone 'Jai Ho'" )
A.R. Rahman e M.I.A per The Millionaire
( "Per la canzone 'O Saya'" )
Peter Gabriel e Thomas Newman per WALL·E
( "Per la canzone 'Down to Earth'" )

MIGLIOR TRUCCO

Hellboy - The Golden Army
Il cavaliere oscuro
Il curioso caso di Benjamin Button

MIGLIOR SONORO

Il cavaliere oscuro
Il curioso caso di Benjamin Button
The Millionaire
WALL·E
Wanted - Scegli il tuo destino

MIGLIOR MONTAGGIO SONORO

Il cavaliere oscuro
Iron Man
The Millionaire
WALL·E
Wanted - Scegli il tuo destino

MIGLIORI EFFETTI SPECIALI

Il cavaliere oscuro
Il curioso caso di Benjamin Button
Iron Man

MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE

Chris Williams e Byron Howard per Bolt - un eroe a quattro zampe
John Stevenson e Mark Osborne per Kung Fu Panda
Andrew Stanton per WALL·E

MIGLIOR FILM STRANIERO

La banda Baader Meinhof (Germania)
La classe - Entre les murs (Francia)
Okuribito (Giappone)
Revanche (Austria)
Valzer con Bashir (Israele)

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giovedì 12 febbraio 2009

La Casa del Cinema - Roma

All'interno della storica Casina delle Rose, una delle aree più belle di Villa Borghese a Roma, si trova l'edificio della Casa del Cinema. L'idea di realizzare questa strutture venne, nel 1999, al giornalista e manager culturale Felice Laudadio. Dopo tre lunghi anni di restauro fu inaugurata dal sindaco Walter Veltroni il 18 Settembre 2004 alla presenza di quasi tutte le professionalità' del cinema italiano che ne furono entusiasti.

La Casa del Cinema e' un luogo di aggregazione e di scambio, dispone di due sale di proiezione dotate anche delle più evolute tecnologie digitali; di un teatro all'aperto provvisto di schermo, camerini e servizi; di due sale espositive; di una videoteca per consultazione film su DVD; di una libreria specializzata; di due ambienti adibiti ad uffici; di una terza saletta per videoproiezione e conferenze, di una caffetteria- ristornate.
E' aperta tutti i giorni e la programmazione prevede appuntamenti fissi nella settimana, possiamo trovare proiezione di film e documentari, incontri con registi, attori, sceneggiatori.

E' sicuramente
una delle realtà più importanti per coloro che amano e apprezzano l'arte cinematografica, qualcosa si sta muovendo anche a Firenze, visti e considerati tutti i cinema che in centro stanno chiudendo, si parlava di una ristrutturazione dell' Odeon o dell' Alfieri..ma si sa..tra il dire e il fare..
Per maggiori informazioni visitate il portale della Casa del Cinema (http://www.casadelcinema.it/). Il programma per i prossimi mesi e' ancora in fase di sviluppo, ma fino a Febbraio ci sono cose interessanti, come l'incontro sul Rapporto tra autori della fotografia regia ed altri coautori dell'opera cinematografica, all'interno della manifestazione Professione Attrice sono previsti l'incontro con la protagonista del film Il papa' di Giovanna o con Ambra Angiolini per Saturno Contro.

Infine, a mio avviso uno dei progetti più belli e interessanti, Scrivere il Cinema e Tv, in cui sono previsti la visione di un film e, a seguire, l' incontro con il regista o lo sceneggiatore, come, ad esempio, l'incontro con Paolo Sorrentino, regista de' Il Divo e Fabio Bonifacci, sceneggiatore di Si può fare e molti altri.

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lunedì 9 febbraio 2009

American Psycho - Mary Harron

Mi sono avvicinata a questo film con grande interesse, un po' perchè affascinata dai film che trattano la psicologia criminale, un po' perchè curiosa di vedere la trasposizione cinematografica di uno dei libri che nel 1991 aveva scioccato l'America. "American Psycho" è un thriller, datato 2000, diretto da Mary Harron, ispirato all'omonimo romanzo di Bret Easton Ellis e interpretato da un Christian Bale agli inizi della carriera. Forse perchè vi ho riposto troppe aspettative, ma il film non mi entusiasmato nè scioccato quanto, forse, avrebbe dovuto.

Siamo negli anni '80, Patrick Bateman (Christian Bale) è uno yuppie americano; a soli 27 anni, è un pezzo grosso di Wall Street, aspira alla vice-presidenza della sua compagnia, e ha una vita fatta di locali alla moda, appartamenti nella Manhattam più esclusiva, e donne attraenti. Ha tutto quello che si può desiderare. Ma di notte, la follia che lo attanaglia, e che tiene a bada durante tutta la giornata, schizza fuori, portandolo a commettere gli omicidi più violenti. Le sue vittime non hanno caratteristiche precise: principalmente donne, ma non disdegna cani, senza tetto e persino colleghi, quando suscitano la sua totale invidia, come il malcapitato Paul Allen (Jared Leto). Quando il detective Donald Kimball (il sempre ottimo Williem Dafoe), indaga sulla scomparsa del collega, il nostro Patrick inizia a perdere colpi, s'innervosisce. La sua follia raggiunge l'apice. Una sera inizia a sparare per le strade di Manhattam; si rifugia nel suo ufficio, dal quale chiama il suo avvocato, e confessa a una segreteria tutti i suoi omicidi; il giorno successivo, Patrick incontra l'avvocato che archivia la telefonata come una divertente trovata, visto che ha pranzato con Paul Allen... The end.

Partiamo proprio dal finale: in una sola parola, deludente. E forse anche inconcludente. Cercando una spiegazione più profonda, credo che l'obiettivo fosse quello di esaltare un tema ricorrente del film: l'anonimato dei suoi protagonisti. Ogni yuppie sembra identico all'altro nel suo abito firmato e nella sua pettinatura perfetta e infatti spesso il protagonista viene confuso con qualcun'altro. Lo stesso avvocato, che Bateman incontra dopo la telefonata-confessione, lo scambia per un suo collega. Gli omicidi del protagonista sono lasciati impuniti perchè è impensabile che un uomo, all'apparenza, perfetto possa trasformarsi in un folle psicopatico e perchè chiuque potrebbe essere al suo posto.
Il grande merito di questo film è la descrizione di una classe sociale in un momento preciso, i giovani rampanti di Wall Street negli anni '80. Ogni elemento è curato nei minimi dettagli per rappresentare il fenomeno dello Young Urban Professional: l'appartamento monocromatico del protagonista, i vestiti firmati, l'avvento dei compact disc, gli avvistamenti di Donald Trump, la cocaina.
Quello in cui, invece, fallisce è la costruzione psicologica del serial killer; sono tanti gli esempi cinematografici in cui la psicologia criminale è l'elemento portante della sceneggiatura, ogni cosa ha un perchè, ogni vittima è una pedina di un gioco ben studiato. In American Psycho questo non accade e se lo fa, lo fa solo a tratti. Inoltre la violenza e la crudeltà di Bateman che hanno reso celebre il romanzo, diventano, alcune volte, così esagerate nel film da sfiorare quasi il genere splatter (la scena di lui nudo che corre con la sega elettrica mi ha fatto ridere).

Anche se il film poggia su una sceneggiatura a tratti discutibile e su un finale incerto, il motivo per cui vale la pena vederlo è l'interpretazione di Christian Bale. Uno psicopatico di alto livello, nella parte è semplicemente perfetto. In due scene è sublime: nell'uccisione di Paul Allen (vedi la gestualità prima del massacro e il suo collegamento con la musica) e nel crollo durante la telefonata-confessione al suo avvocato. Giudicate voi...









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domenica 8 febbraio 2009

A.I. Intelligenza Artificiale - Steven Spielberg

Scoprire un film dopo tanti anni dall'uscita e rendersi conto che quel giorno saremmo dovuti andare a vederlo al cinema invece di risparmiare 7 euro, lascia senza dubbio un gusto dolce-amaro in bocca.

A.I. è un film decisamente particolare, complesso, riflettuto, molto difficile. L'intero progetto, nato da un'idea di Stanley Kubrick e poi portato a termine da Steven Spielberg, è avveniristico per non dire visionario. Un degli aspetti che colpisce di più è senza dubbio l'immaginazione che pervade l'intero film, la sviluppo e il riadattamento della profondissima favola di Collodi, Pinocchio. Certo, sapendo che dietro a tutto c'è Spielberg forse non ci si dovrebbe stupire di una così potente capacità immaginativa... ma in fondo gli eterni bambini hanno il compito di stupirsi sempre.

La nostra narrativa ci ha raccontato spesso del tentativo dell'uomo di creare una macchina "a sua immagine e somiglianza", molti sono i film che hanno trattato la problematica di quali sentimenti possa provare un androide... ma in questo caso la domanda principale che pone il film è un'altra. Ammesso che l'uomo riesca a farlo, che riesca a creare un robot in grado di provare un'amore incondizionato, ci può essere qualcuno in grado di amarlo davvero a sua volta?
E' a questa domanda che David, un piccolo robot con le sembianze di un bambino (un MECCA, così li chiamano), cercherà di dare una riposta per tutta la vita e persino oltre di essa, oltre il tempo e giungerà là "dove piangono i leoni".

Il film si avvale di effetti speciali di grande livello ma questo non gli è bastato a garantirgli il successo al botteghino dove è stato accolto con molto scetticismo, anche nonostante la notevole interpretazione del piccolo attore "prodigio" degli ultimi anni, Haley Joel Osment. Che sia uno di qui film che verranno rivalutati solo da qui a qualche anno?

Se non avete immaginazione, se non avete pazienza, per favore non guardate questo film... ma se siete di quelli che non vogliono crescere, fidatevi e lasciatevi condurre...
"Vieni via, Oh bambino umano
Verso l'acqua ed il selvaggio

Mano nella mano, con una fata,

Al mondo ci sono più lacrime di quanto tu possa capire.
"
The Stolen Child
William Butler Yeats, 1886

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L'Attimo Fuggente - Peter Weir

L'Attimo Fuggente può essere considerato a tutti gli effetti un capolavoro del cinema mondiale a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta; il successo di pubblico ottenuto fu straordinario e la vittoria dell'Oscar nel 1990 come miglior sceneggiatura, firmata da Tom Schulman, fu un'ulteriore consacrazione. Diretto da Peter Weir e interpretato da un Robin Williams agli albori, questo film ha conquistato tutti con una storia semplice, lineare nella sua drammaticità, ma che scuote fortemente gli animi perchè emblema dell'anticonformismo.

Ambientato nel 1959, nella severa Accademia Welton, sulle colline del Vermont, ci racconta la storia del professore di Letteratura John Keating (Robin Williams), che, arrivato nella nuova scuola, introduce un metodo d'insegnamento assolutamente innovativo e bizzarro. Le sue lezioni spesso si svolgono all'aperto, i classici libri di testo vengono strappati in classe, e le lezioni in aula declamate in piedi sulla cattedra: ogni cosa è simbolo della lotta a un conformismo dilagante nella scuola e nella società degli anni Sessanta. Keating insegna ai suoi giovani studenti a pensare con la propria testa, a cercare in ogni cosa uno sguardo ulteriore, a seguire le proprie ambizioni, cogliendo l'attimo, per vivere a fondo, "succhiando tutto il midollo della vita". I suoi studenti, tra i quali si distinguono l'appassionato Neil Perry (Robert Sean Leonard) e il timidissimo Todd Anderson (Ethan Hawke), giorno per giorno, prendono familiarità con i suoi modi e con i suoi moniti. Pronti ad assorbire ogni cosa, come delle spugne finora aride, decidono di seguire le orme del professore, ricostituendo un'antica setta, quella dei "poeti estinti" ("Dead Poets Society" è in realtà il titolo originale). Questo nuovo modo di pensare, e soprattutto di essere, ha però dei risvolti imprevisti: il giovane Neil, incoraggiato dall'insegnante a seguire il sogno della recitazione, si scontra, però, con il padre, il quale ha altri progetti per lui. L'incapacità di realizzare le sue aspirazioni e la sottomissione al volere dei genitori, lo porta al gesto estremo: il suicidio. La sua morte scuote tutti i suoi compagni, specialmente il fragile Todd, e naturalmente il professor Keating, che dopo un'inchiesta interna della scuola, accusato dai suoi stessi studenti, costretti a firmare un documento che provi la sua colpevolezza per la morte del ragazzo, è costretto a lasciare la scuola. Il saluto finale dei suoi alunni è da brividi.

Nel film, il protagonista ci fa ascoltare con la sua voce le poesie di Whitman, Keats e Shelley e, una volta finito, vien voglia di andare a cercarle e leggerle, ad alta voce, riscoprendo (o scoprendo), così, l'importanza della letteratura anglo-americana. Riscoprendo, in generale, la forza della poesia e il suo essere piena di passione. E un'altra cosa che subito reclama una riflessione è l'importanza dell'insegnamento nelle nostre vite; di come, nel periodo della giovinezza, sia fondamentale trovare un professore che non imponga metodi d'insegnamento asettici, basati solo su nozioni mnemoniche, che sappia stuzzicare abilmente la nostra sete di sapere. Era un tema attuale nei college americani degli anni '60, lo è ancora oggi, forse ancor di più.
Il finale è prevedibile, ma questo non toglie nulla alla pellicola: la recitazione di Robin Wlliams è commovente, lo è altrettanto quella dei giovani attori in erba, Robert Sean Leonard su tutti, sebbene poi l'unico a far carriera sia stato Ethan Hawke.
E' un classico, nulla da aggiungere. Se non l'avete ancora visto, fatelo. Carpe diem, come dice il professor Keating.

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martedì 3 febbraio 2009

Orgoglio e Pregiudizio - Joe Wright

Tratto dal romanzo della scrittrice Jane Austen (1775-1817) e reso ancora più emozionante da musiche e paesaggi mozzafiato, Orgoglio e Pregiudizio di Joe Wright, si dimostra un’ottima ed ennesima trasposizione cinematografica.

Il film riesce a costruirsi un’identità che lo rende un’opera autonoma e meritevole di essere presa in considerazione. Le musiche di Dario Marianelli contribuiscono a rendere ancora più suggestivi le ambientazioni, i balli, la vita di una famiglia della piccola borghesia e le romantiche lande inglesi. La fotografia di Roman Oshin lascia letteralmente senza parole e celebra quanto più possibile la bravura degli interpreti e la cura dei particolari delle scenografie.

Nonostante alcuni aspetti palesino una precisa interpretazione del regista, nel complesso i personaggi, in particolare quelli di Elizabett Bennett e del Sig. Darcy, sono fedeli all’originale.
Le interpretazioni di Keira Knightley e Matthew MacFadyen danno un fascino particolare all’intero film, guidando lo spettatore verso un'unica domanda “Elizabett e il Sig. Darcy riusciranno a sposarsi?”.

La tranquilla vita della famiglia Bennett, padre, madre e cinque figlie, tutte in età da matrimonio, viene scossa dall’improvviso trasferimento, vicino alla loro tenuta, di due giovani rampolli dell’alta società. Da subito risulta evidente agli occhi dello spettatore la contrapposizione di due sentimenti forti come l’orgoglio e il pregiudizio e di due caratteri forti come quello di Lizze e Darcy. La sfacciataggine dell’una e il contegno dell’altro non possono che allettare il pubblico poiché se è vero che chi disprezza compra è altrettanto vero che gli opposti si attraggono.
Un film dolce e provocatorio come la sua protagonista, amaro, romantico e quando serve un po’ sopra le righe.

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Megan... mia cara Megan!




NO COMMENT!... che è meglio!
Dirò solo che questa scena è entrata nel cuore!....
di molti di noi, diciamo, "cinefili"!

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lunedì 2 febbraio 2009

Eternal Sunshine of the Spotless Mind - Michael Grondy

Se dovessi trovare un solo aggettivo per “The Eternal Sunshine of the Spotless Mind” direi… profondo. E con profondo mi riferisco alla profondità della mente, alla dicotomia coscienza-subconscio, al concetto di destino, all’idea dell’amore. Tutto racchiuso in una pellicola.

Il film è uscito nelle sale nel 2004, diretto da Michael Grondy, con la sceneggiatura (vincitrice dell’Oscar 2005) di Charlie Kaufman, viaggiatore poetico della mente umana, come già in passato in “Essere John Malkovich” e “Confessioni di una mente pericolosa” e interpretato da Jim Carrey e Kate Winslet.

Joel e Clementine sono due innamorati che, dopo due anni di relazione, affrontano una inevitabile crisi che li porta a separarsi. Clementine scopre una clinica privata, la Lacuna Inc., che è in grado di cancellare i ricordi dalla mente di una persona; così decide di eliminare Joel e la loro storia dai suoi ricordi. Quando il ragazzo ne viene a conoscenza, decide di sottoporsi allo stesso trattamento. Ma qualcosa va storto…

Il film inizia con una prolessi: l'inizio riguarda ciò che è successo dopo la procedura eseguita su Joel, e solo dopo alcuni minuti si ha un'ellissi che torna indietro al giorno dopo la cancellazione dei ricordi di Clementine. E così inizia un viaggio a ritroso nei ricordi d’amore di Joel, dal più recente al più lontano, dalle liti e le offese al giorno del primo sguardo. Un treno di immagini, frammentate, veloci, inesorabili (sostenute da un montaggio splendido) in cui il protagonista prende coscienza di cosa vuol dire perdere dei pezzi della propria memoria, e allora cerca una disperata corsa contro il tempo, dove gli uomini cattivi della Lacuna Inc. vogliono portargli via la sua Clementine mentre lui cerca di rifugiarsi con la ragazza nei ricordi più indelebili e nascosti, quelli dell’infanzia o dell’adolescenza. Joel tenta la sua eroica resistenza, ma i ricordi scivolano via. Uno ad uno. Fino all’ultimo, quando i due si trovano a Montauk, ad una festa in spiaggia di amici in comune durante la quale si sono conosciuti. La scena è indescrivibile: la casa in cui si trovano e si nascondono prima che il processo di cancellazione sia terminato del tutto, viene invasa dall’acqua, dal mare. E la sensazione è quella dei ricordi che scivolano via, della distruzione di quello che si è vissuto, il rumore delle onde accompagna la loro fine in un sentimento di totale devastazione. Ma si diranno davvero addio?

Questo capolavoro, che non ha goduto di grande successo in Italia, colpa di una orribile e indecorosa traduzione del titolo in “Se mi lasci ti cancello” come se si trattasse della solita commedia americana, va ricordato anche per la prova dei suoi attori. Kate Winslet si conferma una delle migliori attrici di Hollywood, la sua Clementine è intensa, eccentrica, vera in una sola parola. Jim Carrey è un uomo fragile, introverso, angosciato; vista la sua interpretazione mi chiedo perché il cinema che conta, troppo spesso si dimentichi di lui e delle sue interpretazioni drammatiche.

Probabilmente in alcuni momenti il film appare macchinoso e contorto, ma la sceneggiatura e la fotografia sono da applausi. Questo viaggio d’amore dei protagonisti all’interno di un viaggio ben più grande nell’animo umano, emoziona, semplicemente. Emoziona tantissimo. Una storia d'amore, una storia dell'amor perduto che vuole essere ritrovato. Assolutamente imperdibile.


How happy is the blameless vestal's lot!
The world forgetting, by the world forgot.
Eternal sunshine of the spotless mind!
Each pray'r accepted, and each wish resign'd.

Com'è felice il destino dell'incolpevole vestale!
Dimentica del mondo, dal mondo dimenticata.
Infinita letizia della mente candida!
Accettata ogni preghiera e rinunciato a ogni desiderio.


Eloisa to Abelard - Alexander Pope (1717)

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Boris - La fuori serie Italiana

"Boris - La Fuori Serie Italiana” è una serie televisiva tutta made in Italy che, forse per la prima volta, non fa rimpiangere le situation comedy americane. Giunta già alla seconda stagione (la terza è in arrivo), prodotta da Wilder per Fox Italia e trasmessa nel 2007 dal canale satellitare Fox, questa sit-com è una satira, schietta e sincera, delle ipocrisie del mondo delle fiction nostrane.


La storia è ambientata sul set de “Gli Occhi del Cuore 2”, un soap-opera che ricalca completamente, esasperandoli in un clima quasi surreale, gli intrecci di una serie come Incantesimo. Il nome, Boris (inteso come Boris Becker) , è quello del pesce rosso che il regista porta sul set tutti i giorni come portafortuna (anche tutti i pesci precedenti avevano nomi di tennisti famosi).

Nonostante sia difficile individuare un vero e proprio protagonista nell’intreccio, la maggior parte delle puntate ruotano attorno alle vicende di Alessandro (Alessandro Tiberi), uno stagista, malpagato e maltrattato, che arriva sul set con il sogno di diventare, un giorno, regista. Qui conosce tutta la bizzarra troupe, a partire dal regista Renè Ferretti (lo straordinario Francesco Pannofino), il divo Stanis (Pietro Sermonti), la star Corinna (Carolina Crescentini), l’aiuto regista Arianna (un’ottima Caterina Guzzanti), il direttore della fotografia Duccio (Ninni Bruschetta) e, a partire dalla seconda stagione, un insuperabile Corrado Guzzanti nel ruolo del cattivo della serie che si sta girando. Sul set e nei lunghi giorni di riprese, si alternano amori, amicizie, liti e a volte anche licenziamenti, il tutto sempre dipinto con grande ironia e leggerezza.

I personaggi e le vicende sono costruiti in modo tale da attaccare tutti gli aspetti più chiacchierati delle produzioni italiane: il divo Stanis, emblema dell’attore mediocre, ma con una grande autostima che critica la recitazione all’italiana, causa, secondo lui, di tutti i mali della nostra tv di scarsa qualità; la scelta di Pietro Sermonti di girare questa sit-com, dopo aver interpretato “Un medico in famiglia”, prendendo così in giro se stesso e quanto fatto finora non ha bisogno di commenti. Il direttore della fotografia Duccio, cocainomane e scansafatiche, che non fa altro che scegliere una luce sovraesposta (ed è così che accade nelle nostre fiction con quell’alone chiaro e quasi angelico che attornia i protagonisti, avete presente?), dando la colpa alla rete che esige una fotografia peggiore di quella della pubblicità altrimenti la gente cambia canale. Il regista Ferretti che sa di girare scene totalmente inguardabili, per le quali spesso si scusa con la troupe, ma che porta a casa per non avere problemi con la rete. Un altro tema di satira chiaro e preciso è la protezione politica necessaria per tutti gli attori e i membri della troupe per poter continuare a lavorare; così come quello della guerra dello share e la possibile sospensione della serie per scarsi ascolti, fine che spesso vediamo per le fiction reali. E ancora, alcuni protagonisti che da personaggi osannati vengono coinvolti in scandali a luci rosse (Lapo Elkann o Paolo Calissano vi dicono niente?), per la serie dalle stelle alle stalle.

Insomma, gli ingredienti ci sono tutti. Una parodia, a tratti esilarante e qualche volta un po’ troppo forzata, del mondo delle fiction, da sembrare così vicina alla realtà che durante le riprese, le due troupe, quella vera e quella fittizia, si mescolano senza che lo spettatore se ne accorga. Noi italiani non siamo capaci di produrre sit-com che raggiungano i livelli di quelle americane? Allora prendiamoci in giro! Questa l’idea di base, che risulta vincente e a dir poco geniale. Provare per credere!


Nel frattempo vi lascio la sigla di apertura di Elio e Le Storie Tese che ha ispirato un brano in quattro parti, "Effetto Memoria", incluso nel loro album "Studentessi".





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domenica 1 febbraio 2009

Perchè cadiamo Bruce? Per imparare a rimetterci in piedi....

-Se ti tramuti in qualcosa di più di un semplice uomo, se consacri te stesso a un ideale, e se nessuno riesce a fermarti, allora diventerai tutta un’altra cosa.
-Che cosa?
-Una leggenda, signor Wayne.

-Ti senti ancora responsabile della morte di tuo padre?
-La mia rabbia supera il rimorso...
-Vieni...
-Hai imparato a seppellire il rimorso sotto la collera? Ti insegnerò ad affrontarlo e ad accettare la verità. Sai combattere contro sei uomini, noi ti insegneremo a fronteggiarne seicento. Tu sai come sparire? Noi ti insegneremo come si fa a diventare invisibile.
-Invisibile?
-Il ninja sa che l’invisibilità è una questione di pazienza e di agilità. Studia sempre il terreno di scontro. Il ninjutsu prevede l’uso di polveri esplosive...
-Come armi?
-E come diversivo... la teatralità e l’inganno sono strumenti potenti. Devi diventare più che un uomo agli occhi del tuo avversario.



L’addestramento è niente, la volontà è tutto.



-Tu sei più forte di tuo padre...
-Non hai conosciuto mio padre...
-Ma conosco l’ira che ti spinge, irrefrenabile, strangola il dolore al punto che la memoria dei tuoi cari non è che veleno nelle tue vene, finchè un giorno desideri che quelle persone tanto amate non siano mai esistite, per poter smettere di soffrire…


-Quando vivevi tra i criminali avevi pietà di loro?
-La prima volta che ho rubato per non morire di fame sì, ho perso molta della supponenza legata al semplicistico concetto di giusto o sbagliato e viaggiando ho imparato a conoscere la paura prima di un colpo, il brivido del successo, ma non sono mai diventato uno di loro.

-Hai girato il mondo per conoscere la mentalità criminale e vincere le tue paure, ma un criminale non è complicato e quello che veramente temi è dentro di te. Tu temi il tuo stesso potere, la tua collera, l’impulso di fare cose grandi o terribili, ma ora devi viaggiare dentro di te. Sei pronto? Respira. Respira. Respira le tue angosce. Affrontale. Per vincere la paura devi diventare paura. Devi bearti delle paure degli altri. E gli uomini temono soprattutto quello che non vedono. Devi diventare un pensiero orribile. Uno spettro. Diventare un’idea. Senti come il terrore annebbia i tuoi sensi. Apprezza il suo potere di distorcerli. E di tenerli a freno. E convinciti che questo potere può essere tuo. Abbraccia la tua peggiore paura. Diventa una cosa sola con l’oscurità. Focalizza, concentrati, domina i sensi!


-Servono eventi drammatici per scuotere la gente dall’apatia, ma io non posso farlo come Bruce Wayne, come uomo di carne e ossa mi possono ignorare o scacciare, ma come simbolo potrei essere incorruttibile, potrei essere immortale...
-Quale simbolo?
-Qualcosa di elementare e insieme di terrificante…
-Perché i pipistrelli signor Wayne?
-Perché mi fanno paura…




Sai perché cadiamo Bruce? Per imparare a rimetterci in piedi.




-Rachel… tutto questo… non c’entra con me, è.. io dentro ho qualcosa… qualcosa di più…
-Bruce… si forse dentro di te sei rimasto lo stesso ragazzo di una volta, ma non è tanto chi sei quanto quello che fai che ti qualifica.


-Quando eri in carcere eri allo sbando, ma io ho creduto in te, ho scacciato le tue paure, ti ho indicato la giusta via, eri il mio allievo migliore, dovresti essere qui al mio fianco a salvare il mondo!
-Mi schiererò al mio posto che è fra te e la gente di Gotham.
-Nessuno può salvare Gotham. Quando una foresta decade un incendio purificatore è inevitabile e naturale. Domani il mondo osserverà inorridito la sua più grande città autodistruggersi. Il moto verso l’armonia sarà inarrestabile questa volta. […] Stavolta nessun incauto idealista ci ostacolerà, come tuo padre anche tu non hai il coraggio di fare quanto si rende necessario, se qualcuno ostacola il cammino della vera giustizia bisogna scivolargli dietro le spalle e pugnalarlo al cuore!

-… sai non ho mai smesso di pensare a te, a noi, e quando ho saputo che eri tornato ho iniziato a sperare… ma poi ho scoperto che portavi una maschera...
-Batman è solo un simbolo, Rachael!
-No.. questa.. questa è la tua maschera, il tuo volto adesso è quello che tutti i criminali temono, l’uomo che amavo, l’uomo che era scomparso, non è mai più tornato… ma forse è ancora lì da qualche parte.. e forse un giorno quando Gotham non avrà più bisogno di Batman lo rivedrò…

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