Sweeney Todd - Tim Burton

Appena ho spento la tv, ho avuto l’impressione che mancasse qualcosa, di sicuro nell’intreccio. Forse semplicemente siamo abituati ad un cinema del terrore fortemente complicato, ricco di colpi di scena e di flashback destabilizzanti per cui la storia lineare di un barbiere che, ingiustamente imprigionato da un giudice che vuole portagli via moglie e figlia, torna in una Londra di metà Ottocento sempre cupa e maleodorante per iniziare la sua vendetta tagliando gole a destra e a manca, aiutato da una bizzarra vicina che usa i cadaveri per cucinare i suoi pasticci di carne, ci sembra fin troppo semplice. I minuti scorrono e i personaggi si perdono in questi lunghi esercizi canori, a volte troppo ripetitivi, mentre il finale è già lì in agguato. O forse è solo che da Tim Burton ti aspetti sempre qualcosa di assolutamente geniale e la sfida di portare sul set cinematografico un testo teatrale di questa portata è troppo ardua.
Detto questo, resta sempre un film di Tim Burton e la sua firma la si rivede in tutto: nel pallore di Depp, nella sua doppia identità, nell’esaltazione del grottesco, nel fascino della follia, nell’oscurità di Londra. La cosa che davvero mi ha affascinato è il soggetto in sé. E’ il suo essere mito e leggenda. Sweeney Todd nasce dalla penna di Thomas Peckett Prest il 21 novembre 1846, ma molti continuano a sostenere che esistesse davvero nella Londra del primo Ottocento. E se fosse l’antenato di Jack lo Squartatore? Si rivede in altri scritti inglesi e francesi, sempre con la stessa crudeltà che lo contraddistingue. E’ il primo vero serial killer della letteratura. E se la sua storia è arrivata fino ad oggi, facendone prima un musical di grande successo nel 1980 scritto da Stephen Sondheim e poi un film diretto da un regista come Tim Burton qualcosa di buono ce l’avrà.
Pagelle:
10 al barbiere Pirelli… chi avrebbe mai detto che l’attore di Borat sarebbe tornato a recitare?
10 a Jonny Depp per il suo costume da bagno nella versione primavera-estate di Sweeney Todd, esilarante.
8 per la somiglianza tra Tim Burton e Sweeney Todd (solo che il regista il ciuffo bianco ce l’ha sul lato sinistro della parrucca se ci avete fatto caso).
4 alla morte di Mrs Lovett; non vi sembrava la vecchietta di Hansel e Gretel?
3 all’espressività e al canto dei due sfortunati amanti del film, i Giulietta e Romeo di Tim Burton. Meno male che sono solo marginali nella storia, il tempo di due note smielate e hai rimosso.
2 al giudice Turpin che nell’800 crede basti passare dal barbiere perché la figlioccia conceda le sue “grazie”.
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